Sono una Psicologa appassionata di Neuroscienze e Psicologia Cognitiva e ho pensato di trasmettere, attraverso articoli semplici ed essenziali, qualche spunto di riflessione sul funzionamento del nostro cervello insieme a delle semplici strategie per migliorare le proprie prestazioni e il proprio benessere mentale. In questo articolo vi parlerò della memoria, ispirandomi ad un articolo di Jean Philippe Lachaux Direttore del Centro di Ricerca di Neuroscienze di Lione, 2023, Sviluppare la memoria, Mind, pag 36-39.
L’EFFETTO GOOGLE e le sue CONSEGUENZE
Fino a qualche tempo fa’ eravamo in grado di ricordare numeri di telefono, date di compleanno, indirizzi, sapevamo addirittura guidare senza GPS.
Oggi l’accesso sempre piu’ facile a informazioni su server esterni ha comportato una difficolta’ sempre maggiore a codificare, immagazzinare e ricordare le informazioni. I consulti per verificare le capacita’ di memoria non sono mai stati così richiesti, non solo da persone anziane, ma anche da giovani intorno ai 30 anni e da bambini, che lamentano di non riuscire a memorizzare nuove conoscenze o di non essere in grado di evocare vecchi ricordi.
L’ipotesi piu’ accreditata per spiegare questo fenomeno è che l’aver delegato alla tecnologia quanto ha sempre fatto il nostro cervello, nel codificare, immagazzinare e recuperare le informazioni, stia causando la perdita della capacità di usare la memoria.
La MEMORIA è un PROCESSO DINAMICO che richiede:
1.CODIFICA = archiviazione di nuove informazioni. Numerose variabili possono incidere sulla qualità di tale processo (attenzione, interessi personali, abilità) ma è la profondità di codifica a determinare la forza della traccia
2. IMMAGAZZINAMENTO = mantenimento nel tempo delle informazioni. La strategia più comune per ritenere l’informazione è quella della reiterazione o ripetizione
3.RECUPERO = riconoscimento o rievocazione delle informazioni precedentemente codificate e immagazzinate
Questi 3 processi devono essere utilizzati frequentemente per restare efficienti, ma oggi sono delegati sempre più frequentemente a supporti digitali. La conseguenza di ciò è che non permettiamo alla nostra memoria di fare il lavoro per cui è nata.
E’ quello che chiamano l’EFFETTO GOOGLE, anche conosciuto come amnesia digitale e funziona così: se abbiamo la possibilità di ottenere complesse informazioni con qualche semplice click, il nostro cervello tenderà a dimenticare l’informazione, poiché è facilmente raggiungibile grazie al web. Non ci sforziamo più di ricordare in autonomia. L’effetto Google moltiplica le informazioni e ci spinge ad archiviarle su un ‘disco di memoria temporanea’. Ci riduciamo così ad avere solo un vago ricordo di cose che un tempo si conoscevano a menadito.
I primi a descrivere il fenomeno sono stati Sparrow e colleghi nel 2011, testando quanto e come Internet sia diventata la nostra memoria esterna. Se puoi chiedere al tuo dispositivo qualsiasi cosa, farai al tuo dispositivo qualsiasi domanda, anziché cercare di ricordare la risposta o fare la ginnastica mentale necessaria a recuperare l’informazione.
Purtroppo, quando i fatti non sono più accessibili alla nostra mente cosciente, ma solo alla ricerca, LA CREATIVITÀ SOFFRE e si riduce la possibilità e la probabilità di un’idea creativa o un’invenzione.
Ovviamente il senso dell’articolo non è la demonizzazione della tecnologia, quanto piuttosto riflettere sulle conseguenze che il suo abuso comporta, in modo che ognuno possa poi compiere scelte, se non altro, più consapevoli.
Vediamo infine cosa possiamo concretamente fare ogni giorno per riprenderci la nostra memoria.
WORKOUT PER LA MEMORIA
1. USARLA. Costringetevi a trovare un nome, una data, un numero di telefono a memoria prima di controllare il telefono
2. Migliorate la qualità della vostra ATTENZIONE durante l’iniziale codifica delle informazioni. Percepire con attenzione è il primo passo per la memorizzazione. Le TECNICHE di MEDITAZIONE MINDFULNESS sono perfette per migliorare la capacità di essere attivamente radicati nel momento presente
3. Migliorate la QUALITA’ delle INFORMAZIONI che CODIFICATE. Sfruttate più canali sensoriali e più varianti per canale. Le MNEMOTECNICHE utilizzate dagli studenti ne sono un esempio (es schemi di apprendimento con tabelle, colori piacevoli, immagini, paragrafi grandi e piccoli ecc…)
4.RIEVOCATE i ricordi. Quando dovete ricordare qualcosa, imparatelo una volta e rievocatela 9 volte, anziché rileggerla 10 volte. Ricordate che più cerchiamo un’informazione nella nostra memoria, più ancoriamo la traccia mnestica
5.Fatevi DOMANDE. Quando siete sotto la doccia, mentre camminate, prima di dormire o al risveglio, fatevi domande relative a ciò che avete memorizzato, più spesso lo farete, più rapidamente e in modo quasi meccanico recupererete in futuro il ricordo
6.Create COLLEGAMENTI tra la nuova informazione e le altre già presenti nella vostra memoria. I collegamenti diventano degli attivatori facilitando il ricordo in futuro
7.Fissate bene il CONTESTO in cui state apprendendo le informazioni. In seguito sarà sufficiente evocare elementi del contesto in questione ( la musica che stavate ascoltando, le persone con cui vi trovavate…) per riaccendere il ricordo
8.Associate EMOZIONI ai ricordi, esse potenziano il ricordo
9. Create MOTIVAZIONE per l’apprendimento. Ad es. immaginate quale uso potreste fare della nuova abilità o conoscenza acquisita. Memorizziamo meglio le informazioni che sono rilevanti e motivanti per noi
10.Esercitatevi nell’allenare la META-MEMORIA, cioè la conoscenza che abbiamo della nostra memoria. A volte ciò che pensiamo di aver memorizzato non corrisponde a quanto abbiamo effettivamente memorizzato
A differenza della memoria digitale, la nostra è capace di arricchire il nostro presente. Può selezionare, scartare, conservare, abbellire e sublimare gli eventi che viviamo. La nostra memoria è parte fondamentale della nostra storia e della nostra identità. Riprendiamocela, fidiamoci di essa, non lasciamola svanire.